Curare il benessere per allontanare la malattia
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Disbiosi

L'Ospite Determinante

Microbi

PREMESSA

Dedicare un approfondimento all’Universo Microbico con cui condividiamo quotidianamente la sfida per la vita rappresenta il riconoscimento del fondamentale ruolo svolto da questa ineludibile realtà biologica e il conseguente tentativo di comprenderne funzioni e finalità.

Il distretto Cervico Facciale, area specialistica pertinenziale dell’Otorinolaringoiatra, è quello in assoluto maggiormente interessato da processi morbosi di natura microbica.

Faringiti, tonsilliti, adenoiditi, riniti, sinusiti, otiti, laringiti, stomatiti, adeniti, costituiscono parte delle più comuni patologie infettive ad elevatissima incidenza e riscontro.

Tale oggettiva evidenza comporta che lo specialista ORL-Audiologo debba necessariamente avere un congruo bagaglio di specifiche conoscenze microbiologiche per poter predisporre adeguate contromisure a siffatta esigenza professionale, non liquidabile con indifferenziate ed equivalenti procedure terapeutiche standardizzate, parimenti praticate  a soggetti diversi per età-sesso-anamnesi-condizione soggettiva-contesto oggettivo e quant’altro.

Queste considerazioni spiegano e giustificano l’ampio spazio dato in questa rassegna alle tematiche legate all’Universo Microbico data la sua enorme rilevanza biologico-sanitaria.

INTRODUZIONE

Un complesso ed eterogeneo insieme di popolazioni microbiologiche composto da prioni-viroidi-virus-batteri-miceti-protozoi ed altro ancora si è progressivamente espanso colonizzando in simbiosi diversificate, definite mutualismo-commensalismo-inquilinismo -parassitismo-foresia, il nostro pianeta e le sue forme di vita.
Pertanto oltre a quella associata a specie viventi animali e vegetali è appropriato distinguerne altre aventi connotati distinti e specifici necessitanti di individuale approfondimento e trattazione quali:

– la terrestre: suolo e sottosuolo

– l’ aerea: origine mista terra–aria

– l’ idrica: marino – fluviale – lacustre – sorgiva

– l’ atmosferica: presumibilmente cosmica, fortemente implicata nelle manifestazioni metereologiche tanto da paventare una sua possibile manipolazione al fine di condizionare gli eventi climatici, con tutte le conseguenze del caso.

Il corpo umano non si è sottratto a questo aspetto dell’evoluzione interagendo a doppio scambio con questa realtà quale “ospitante – bersaglio/ fruitore”.

Negli anni ’50 Joshua Lederberg, genetista e microbiologo, coniò per questa peculiare presenza il termine di MICROBIOMA anche se MICROBIOSI (MBS-idioma inedito) è espressione più affine e coerente ad EUBIOSI e DISBIOSI generalmente usate per indicarne rispettivamente l’attributo positivo e patologico.
Motivo per cui sarà MICROBIOSI la dizione adottata in questo testo.

MICROBIOSI e DISBIOSI

Nella specie umana la MICROBIOSI si colloca elettivamente nei distretti a diretto impatto con il mondo esterno quali il cutaneo, respiratorio, genito-urinario, visivo(congiuntiva) e soprattutto digerente, sito in assoluto più rilevante ed influente quale laboratorio immunologico-nutrizionale -metabolico.

E’ però personale convinzione che la simbiosi tra Universo Microbico e corpo umano non si limiti ai testè descritti territori di frontiera ma si esplichi sistemicamente nell’organismo in modalità e forme altamente differenziate  raffinatissime ed evolute ,ragione della loro tuttora “frammentaria comprensione”, potendo condizionare in positivo o negativo il distretto di appartenenza. 

Questa plausibile e rivoluzionaria tesi costituirebbe l’inizio di un innovativo approccio allo studio e comprensione dei fenomeni biologici del comparto umano tali da riscrivere e spiegare molti aspetti della medicina ancora insoluti e misteriosi.

La diversificazione territoriale si correla a collettività microbiche sostanzialmente distinte e dipendenti dalla compatibilità ai relativi requisiti ambientali , anche se è nota la straordinaria attitudine microbica all’adattamento estremo(leggi saggio -Superbatteri -in “Informarsi fa bene “).

Come accennato precedentemente la MICROBIOSI-MBS è l’insieme dei microorganismi e relativo patrimonio genetico presente nel corpo umano formante un magma reattivo ad una pluralità di agenti esogeni ed endogeni in grado di produrre temporanee o permanenti trasmutazioni nella sua composizione.

La componente batterica è quella più studiata e trattata perchè ha consentito l’espansione di un enorme mercato farmaceutico di riferimento ,anche se attualmente in forte crisi identitaria e di progettualità,  rispetto le branche virologiche e micologiche in quanto meno remunerative dato il loro minore utilizzo terapeutico rispetto il settore batterico.

Un indicatore dell’imponente agglomerato della MICROBIOSI è il numero di gruppi microbici che la compongono stimando che la sola popolazione batterica complessiva sia ben oltre dieci volte la totalità delle cellule umane.

Ogni soggetto condivide la propria esistenza con un proprio patrimonio microbico, inizialmente ereditato dalla madre con  successivi adattamenti conseguenti, oltre alle naturali intrinseche dinamiche biologiche di questa promiscua convivenza, anche alle connesse attività umane.

Questo continuo ed ineludibile rimodellamento è fortemente condizionato anche da “tipiche” attività umane quali:

– tipologia e qualità alimentare

– assunzione di farmaci (in forma diretta specifica tutti gli antimicrobici in genere quali antibiotici-antivirali-etc ; in forma indiretta aspecifica tutti i trattamenti condizionanti il terreno biologico strutturale del soggetto )

– stress psico-fisici , acuti e cronici

– stile di vita

Questi fattori interagiscono con quelli ambientali oggettivamente presenti  quali:

– inquinamento generale (acqua aria suolo )

– esposizione cosmica

– radioemissioni  antropiche ( sonora,elettromagnetica,meccanica)

“induzione” farmacologica (in particolare esposizione nosocomiale; trattamenti collettivi antimicrobici;)

Il risultato finale di tutte queste variabili interferenze è l’impianto di nuovi ceppi microbici spesso premessa di un potenziale nocivo insediamento dagli imprevedibili sviluppi.

Le modificazioni della MICROBIOSI possono temporalmente determinarsi per:

– Alterazione: se provocata artificialmente, per esempio nell’assunzione di farmaci antimicrobici,

– Adattamento: se instaurata naturalmente, come nel digiuno prolungato.

Nell’Alterazione microbiosica il risultato è sempre disbiotico e quindi controproducente; mentre nell’Adattamento la MICROBIOSI si ristruttura alle mutate condizioni plasmandosi allo status ambientale  più o meno progressivamente e con esiti finali variabili.

In tal senso è molto significativa una recente scoperta che ha dimostrato come nei prigionieri sottoposti ad esasperate restrizioni nutritive si sviluppassero nei sopravvissuti ceppi batterici in grado di trasformare le fibre vegetali in molecole assimilabili anzichè scorie alimentari, come normalmente succede negli erbivori.
In sostanza questi microbi consentono l’assimilazione di alimenti quali i vegetali, di cui non possediamo il corredo enzimatico appropriato per degradarli, mettendoci a disposizione la loro macchina biochimica per renderlo possibile.

Chi sopravviveva a quei tragici campi aveva avuto, oltre ad un’indubbia forte fibra personale, la sorte benigna di sviluppare un “inquilino aiutante” eccellente esempio di simbiosi eubiotica.

Tale scoperta ha profondamente intaccato molti presupposti dei regimi dietetici dato il condizionamento determinato dall’assetto microbiosico individuale: un vegetariano può ingrassare ugualmente senza dolci e patatine fritte se “munito” di adeguata flora intestinale svelando così la disparità di risultati tra soggetto e soggetto nei metodi dimagranti  programmati unicamente su piani calorici individuali ma indifferenti da questo punto di vista.

Alcuni aspetti biologici basilari della MICROBIOSI sono:

  • le famiglie microbiche individuate ammontano a parecchie centinaia di classi finora classificate;
  • generano rapporti sia dentro il proprio genere che con le altre categorie presenti (es. fagi verso batteri);
  • hanno una predominante specificità di sede, dimostrando patogenicità variabile anche letale in ubicazioni eterologhe (es. Escherichia coli in vie urinarie, candida  in parenchimi in genere).


L’interazione biologica di virus, batteri e miceti è un capitolo tuttora insufficientemente definito ma di fondamentale influenza nella costituzione di questo composito aggregato.

I batteri e soprattutto i miceti si strutturano in intriganti multiformi colonie, denominate biofilm, dalla sbalorditiva organizzazione ove ogni membro ha un ruolo preciso e finalizzato alla conservazione della propria compagine di appartenenza.

Per cui celebrare un ceppo microbico piuttosto che un altro configura una rassicurante “pace cognitiva” piuttosto che un’effettiva conoscenza biologica causale, intento  fuorviante e di orientamento commerciale.
Oltre alla composizione della MICROBIOSI è significativa l’analisi della sua ubicazione.

Si può ragionevolmente ritenere che ogni singola componente dell’organismo umano sia colonizzata da una correlata Microbiosi interagente   subendone tutti i conseguenti condizionamenti ,positivi e negativi. In tal senso grandi prospettive di approfondimento si aprono nell’inclusione di quei distretti, in particolare cerebrale-epatico-cardiaco-muscolare-endocrino, che non hanno ancora svelato molti misteri relativi la propria fisio-patologia d’organo riservando in un futuro molto ravvicinato sicuramente sconvolgenti per non dire rivoluzionarie  riformulazioni  della conoscenza biologica umana

Le presenze territoriali finora più studiate, almeno ufficialmente, sono :

MICROBIOSI respiratoria: *cavo orale – fosse nasali – seni paranasali – faringe –tuba eustachiana – orecchio medio –vie aeree inferiori (*il cavo orale è un sito a connotazione mista aero-digestivo),

MICROBIOSI cutanea: superficie cutanea complessiva, annessi e ghiandole,

MICROBIOSI genito- urinaria: vulva -canale vaginale-utero -glande -uretra – vescica,

MICROBIOSI congiuntivale: mucosa congiuntivale –ghiandole lacrimali e accessorie –annessi piliferi,

MICROBIOSI digestiva: dal cavo orale all’orifizio anale, ad oggi la più studiata

I protagonisti di maggior peso sono in ordine crescente l’apparato cutaneo, respiratorio e digerente i quali possono potenzialmente esercitare il loro ambito d’influenza  sia nella rispettiva territorialità che in plurimi distretti.

La MICROBIOSI intestinale, nella sua componente batterica, è finora la più studiata essenzialmente per le motivazioni precedentemente descritte( laboratorio immunologico-nutrizionale -metabolico).

Riguardo il distretto intestinale numerosi studi attestano un ruolo fondamentale della MBS nel processo di formazione/ assimilazione dei nutrienti oltre alla salvaguardia multifunzionale dell’organo ospitante, dalla bocca all’orifizio anale.

Essendo distribuita in questo lungo percorso la sua grandezza ponderale può variare da1,5 kg ai 2 kg dipendendo da fattori soggettivi ed oggettivi quali per esempio la mole del soggetto o il tipo di alimentazione.

La DISBIOSI intestinale esplica la sua azione patogena mediante diverse modalità schematicamente riassumibili in:

– danni progressivi all’epitelio intestinale con conseguente alterata permeabilità mucosale

– disendocrinia intestinale

– disimmunità

Questi punti di partenza eziopatogenetici diventano a loro volta attivatori di una “seconda fase” agente su organi bersaglio, nessuno escluso, la cui conseguente alterazione diventa spesso la malattia più manifesta e sintomatica.

La “tappa” finale di un problema può  avere così il suo “primum movens “lontano, l’intestino, dalla sede inizialmente sintomatica  depistando l’effettiva origine di partenza.

E’ opinione personale che nei prossimi anni la DISBIOSI in generale, non solo quella intestinale, verrà associata a molte patologie ad eziologia tuttora ignota o non chiarita.

Restringendo il campo alla Disbiosi intestinale per le attuali contingenti conoscenze si può affermare un’esistente correlazione tra questo elemento biologico e le seguenti patologie:

– le patologie dell’apparato digerente in genere

– disfunzioni immunitarie : infezioni croniche, patologie autoimmuni , allergie;

– dismetabolismi : diabete, dislipidemie, gotta, ecc.

– patologie epatiche- biliari – pancreatiche

– neuropatie , sindromi psichiatriche, cefalea, disturbi del sonno

– patologie ginecologiche: dismenorrea, ovaio policistico

– patologie cutanee: acne, dermatiti acute e croniche

– artriti- fibromiopatie- miositi

– predisposizione -induzione alla cancerogenesi

– endocrinopatie: tiroiditi

Tutta questa pluralità patologica ha come riferimento principale il Sistema Digerente essendo sia il ” cervello metabolico” dell’organismo, da cui dipende il suo intero sostentamento ,che il fondamentale” avamposto difensivo” ,per cui una sua compromissione induce certa patologia locale e/o a distanza .
I fattori in grado di condizionare tali funzioni sono:

– genotipo-fenotipo 

– l’ambiente 

– lo stile di vita

– l’assetto psichico

E’ difficile se non impossibile postulare una cronologia del singolo evento patologico conseguente a DISBIOSI in quanto le modalità di insorgenza possono essere multiple, variabili da soggetto a soggetto, ognuna con una propria storia e destino.

Pertanto dati  questi presupposti  il successo terapeutico è da considerarsi un’ottima quanto fortunata combinazione mentre l’insuccesso è imputabile il più delle volte o ad una errata valutazione del problema e/o “un’inadeguata” azione di ripristino.

Questa esposizione descrive quanto complesso e difficile sia affrontare l’universo microbiologico che è in noi giudicando “l’arrembaggio di prodotti” in materia registrato negli ultimi tempi quale ennesima lucrosa prateria commerciale.

L’atto medico deve prevedere ,per essere incisivo e duraturo, una serie coordinata di procedure terapeutiche prevalentemente funzionali volte al recupero, se ancora possibile, della fisiologica mansione compromessa limitando allo stretto necessario l’azione farmacologica sintomatica in quanto di per sé repressiva l’attività biologica cellulare e tissutale.

Purtroppo nella stragrande maggioranza dei casi il paziente presenta e si presenta in una fase avanzata della malattia, precedentemente menzionata “tappa finale”, necessitando obbligatoriamente di un lungo percorso di cure finalizzate se non al completo ripristino, perché raramente  recuperabile completamente, ma al ristabilimento di un’accettabile condizione funzionale tale da limitare al massimo i danni d’organo e i suoi conseguenti effetti a distanza.

L’auspicato miglioramento dovrà poi essere mantenuto con costanti correttivi ad integrazione personalizzata e valutazione periodica intesa ad intercettare eventuali nuove ” devianti” insorgenze.

Il futuro di questo campo riserverà moltissime sorprese con acquisizioni che rivoluzioneranno gli orientamenti eziologici diagnostici e terapeutici in molte branche della medicina.
Speriamo solo di non dover attendere troppo.

Dott. Roberto Russo

© Riproduzione riservata 2010

Versione aggiornata del 2020

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