Precetti per il paziente
Il PT è un percorso più o meno lungo, con salite e discese, scoraggianti imprevisti e favorevoli sorprese, momenti euforici altri di sconforto.
Ma essendo chiara la meta finale, risolvere o migliorare una precaria condizione di salute, necessita di presupposti fondamentali quali fiducia, costanza, pazienza e perseveranza.
Senza queste componenti quella meta sarà sempre più lontana ed irraggiungibile.
Due sono le adempienze principali a cui il paziente deve attenersi:
– ottemperare le prescrizioni: cure farmaco – chirurgiche, esami ,condotta generale
– osservanza tempistica del monitoraggio ovvero diligenza nelle date di verifica raccomandate.
L’inottemperanza di tali disposizioni sanitarie fanno decadere il rapporto fiduciario con il medico svincolandolo dalle implicite responsabilità professionali.
Precetti per il medico
Le nozioni scientifiche e umanistiche da sapere sono tante ,tantissime e per quante se ne conoscano ce n’è un’infinità ancora oscura e sconosciuta pronta a mettere a nudo in ogni momento la nostra fallibile ignoranza.
L’approccio umile, ovvero consapevole dei propri limiti, è l’unica strada maestra in grado di fornire una rotta saggia e affidabile a chi deve intraprendere un cammino arduo ed enigmatico qual è la guida al miglioramento di una condizione psico-fisica.
Questo orientamento deve essere sostenuto e corroborato da tanta dedizione nel migliorare sempre il proprio bagaglio del sapere, disposto e disponibile, e convinta determinazione nell’affrontare sicure avversità e insidie tipiche di questa disciplina.
Riflessione conclusiva
E’ opportuno ricordare che la gran parte dei processi morbosi si manifesta dopo un lungo periodo di incubazione ,spesso di anni, nel corso del quale tali patologie possono rappresentarsi diversamente:
–completamente silenti
–incostante sintomatologia spesso sottovalutata, soprattutto dal paziente
–sporadiche ma evidenti avvisaglie non riconosciute, soprattutto dal medico
Il PT è maggiormente efficace se l’intervento è il più precoce possibile mantenendolo anche e soprattutto nelle fasi di apparente benessere, che reale benessere non è.
In tal senso si devono contemplare le tre generali fondamentali categorie terapeutiche:
– mantenimento del” sano stato di salute”in condizioni di effettivo benessere
– profilassi e cura di uno stato di predisposizione alla patologia
– cura vera e propria della patologia in atto
Il versante umano deve accettare con dignità rigore e serenità l’oggettiva asimmetria di forze esistente tra il suo tentativo di correggere un danno biologico e le leggi complicatissime che lo hanno determinato.
Nella malattia conclamata si hanno tre prospettive:
guarigione
cura
prognosi avversa
Nel primo caso si raggiunge l’eradicazione del problema
Nel secondo una gestione più o meno accettabile e sostenibile
Nel terzo si cerca di limitare danni e sofferenze in un contesto letale.
La comune aspirazione bramerebbe un risultato positivo “presto, subito, immediatamente, anzi prima”.
Ma questa desiderata è appunto un’aspirazione non la realtà, con le cui regole e tempi
paziente e medico devono necessariamente fare i conti.
Buon lavoro è l’unico realistico e appropriato incoraggiamento.
Dott. Roberto Russo
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